“La felicità è la poesia della donna” scrisse Balzac, essa racchiude tutte le forme d’amore.
Conserva gli infiniti volti di ciò che vive e li riflette sul mondo. La donna cerca la sua anima per coprirla di luce. Ed è così che riesce a fare della felicità non un istante, ma un qualcosa da far crescere con cura, pazienza, dolcezza. È portata a fare la cosa migliore consapevole della responsabilità delle sue azioni, degli obblighi morali, della virtù disinteressata, della dignità della giustizia, della bellezza della carità. E al di là dei limiti di questo mondo, mostra una spiritualità che l’affiancherà nello sviluppo misterioso del suo destino.
Lei sarà l’alleata di tutte le buone cause. Il volto della felicità assume allora quello dell’amore capace di comprendere la natura della vita e la vita stessa come evoluzione spirituale. In questa ricerca la donna è un essere speciale, privilegiato e geniale, perché sa comunicare la sua forza creativa, l’unica prova per dimostrare che la felicità esiste se la si considera un dono offerto all’altro: non prestare, regala! Non dire che vuoi regalare, regala perché la felicità non si vende… si regala.