Aspro scontro tra Marcello Sorgi e il sindaco Esterino Montino sull’inaugurazione di Largo Flaiano a Fregene. Questa mattina a pagina 4 del quotidiano La Stampa l’ex direttore del Tg1 e editorialista del quotidiano ha scritto un articolo (che riportiamo in basso) dal titolo “Lo schiaffo di Esterino Montino a Flaiano e la rivolta della Fregene dei pescatori”.
Sorgi critica il sindaco per non aver invitato all’inaugurazione fatta il 27 giugno i pescatori del Villaggio e in particolare la famiglia Mastino che con lo scrittore aveva un legame speciale: “C’era la banda municipale, le autorità in divisa, ma non c’erano i suoi adorati pescatori, quelli a cui Flaiano raccontava a voce le sue storie prima di scriverle”, dice Sorgi che poi conclude: “Non finirà tanto presto la rivolta dei pescatori contro il sindaco che s’è dimenticato dei veri amici dello scrittore”.
Anche l’associazione Il Villaggio dei Pescatori aveva manifestato “stupore” per non essere stata invitata alla cerimonia: “Riteniamo davvero mortificante per la nostra associazione e per tutti i soci che la compongono, non essere stati invitati avendo, forse i rappresentanti del Comune di Fiumicino non lo ricordano, contribuito a nostre spese, impegnando tanto tempo e tanta fatica, per allestire quella rotonda”…
A stretto giro la risposta di Montino articolata in un comunicato dal titolo
“Libero commento all’articolo di Sorgi su Flaiano” che pubblichiamo:
“Marcello Sorgi, importante firma della Stampa, tra le tante apparizioni televisive e una tellina e l’altra consumata nel ristorante Mastino, ha avuto finalmente il tempo di parlare del Comune di Fiumicino e, in particolare, del Sindaco. Secondo il suo articolo di oggi sarei stato l’artefice di uno schiaffo a Flaiano dimenticando di invitare alla cerimonia di intitolazione di un luogo a lui dedicato i responsabili del ristorante-stabilimento ‘culto’ dove il grande scrittore e sceneggiatore era solito recarsi. Essendo il sottoscritto un vecchio politico, la cosa più giusta da fare è stata quella di scaraventarmi addosso tutto il disprezzo possibile. E questo soltanto perché la mia Amministrazione si è macchiata della grave colpa di dedicare a Ennio Flaiano la porta d’ingresso di quel luogo che tanto amava: il Villaggio dei Pescatori di Fregene. Luogo sicuramente ancora polveroso, ma tra un bicchiere e l’altro consumato a poche centinaia di metri, Sorgi avrà potuto notare che si tratta di un luogo in profondo e continuo miglioramento. Ricordo che Flaiano è morto nel 1972, 44 anni fa e fino a lunedì scorso nessuno si è ricordato di lui intitolandogli un luogo sul nostro territorio. Neanche il pescatore Maurizio Mastino che pescatore non è visto che non figura tra i 4 iscritti (sono rimasti in pochi) al registro di chi fa questo mestiere per professione a Fregene. Rammento anche che, solo due anni fa, questa Amministrazione ha deciso di intitolare a Fellini un parco nella Pineta monumentale teatro di alcune scene de ‘Lo Sceicco Bianco’ e di ‘Giulietta degli Spiriti’. Lunedì 27 giugno abbiamo inaugurato Largo Ennio Flaiano. Abbiamo scelto quella giornata nonostante giocasse l’Italia perché, esattamente 60 anni prima, il 27 giugno del 1956, una lettera di Fellini invitava Flaiano a raggiungerlo nella sua casa di Fregene per scrivere la sceneggiatura di quella che nel ’57 sarebbe diventata ‘La Dolce Vita’. Certo, capisco che sia un brutto periodo per noi politici, ma essere persino criticati, tra una tellina e l’altra, quando facciamo qualcosa di positivo, mi sembra davvero surreale”.
Lo schiaffo di Esterino Montino a Flaiano e la rivolta della Fregene dei pescatori
Il sindaco, un reduce dalla giunta Marrazzo, dedica uno slargo allo scrittore. Ma dimentica il ristorante culto
La Stampa / di Marcello Sorgi
Ma chi lo avrebbe detto a Ennio Flaiano, geniale autore del racconto “Un marziano a Roma”, di diventare lui stesso, ironia della sorte, marziano a Fregene, la spiaggia romana dove trascorse gran parte della vita? Lunedì 27, in un polveroso slargo asfaltato, il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, ha scoperto una targa che intitola la piazza, chiamiamola così, a Flaiano. C’era la banda municipale, le autorità in divisa, ma non c’erano i suoi adorati pescatori, quelli a cui Flaiano raccontava a voce le sue storie prima di scriverle.
Montino dal 2013 ha riconvertito a Fiumicino la sua carriera politica: era tra i padroni della Regione Lazio e all’opposizione della giunta Polverini, caduta nel 2012 sullo scandalo dei rimborsi spese con protagonista Franco Fiorito, il “Batman di Anagni”. L’ex-capogruppo del PdL era riuscito a farsi comperare dall’amministrazione, non uno, ma due Suv “di servizio”, per Roma e per la sua Anagni. A scandalo esploso, si scoprì che dei lauti rimborsi che il Batman investiva in auto sportive avevano usufruito tutti i gruppi dell’assemblea regionale. E questo consigliò al Pd di non ricandidare nessuno dei consiglieri uscenti, Montino compreso.
Lo sgarbo ai pescatori ha dato vita a una rivolta capeggiata da Maurizio Mastino, figlio del leggendario Ignazio e titolare del ristorante-stabilimento balneare punto d’approdo di un variegato insieme di gente di cinema, politici, intellettuali e personaggi famosi. Davanti a Mastino fu girato da Fellini “Lo sceicco bianco”. Il maestro e la troupe, in cui troneggiavano Alberto Sordi e Giulietta Masina, a ora di pranzo si sedevano davanti a monumentali piatti di spaghetti con le telline pescate da Ignazio. Flaiano, che con Fellini scrisse la sceneggiatura de “La dolce vita” e di “8 e mezzo”, arrivava a quella stessa ora da casa sua. Oltre che con Federico, così lo chiamavano tutti, pranzavano con Frank Sinatra e Rex Harrison, parlavano e ridevano a crepapelle, lavoravano coincideva divertendosi. A un altro tavolo si riunivano l’ex-direttore de “La Stampa” e ministro della Cultura Alberto Ronchey, lo scrittore Enzo Siciliano, il manager di Stato Fabiano Fabiani.
In quegli stessi anni Sessanta e Settanta, Mastino e il Villaggio dei Pescatori erano stati scoperti anche dai politici, che ci andavano di nascosto. Della Prima Repubblica, veniva don Emilio Colombo, che amava l’abbronzatura tutto l’anno. Invece Spadolini non si metteva mai in costume. Poi spuntarono i socialisti, Claudio Signorile, un habitué, e perfino Craxi, a cui Mastino prestava la stanza da letto per un riposino nelle ore più calde. Dopo Tangentopoli, meditava sulla stessa spiaggia Enzo Carra, il portavoce di Forlani reduce dalla gogna pubblica degli schiavettoni. Berlusconi no, ma al suo posto c’era spesso Paolo Bonaiuti.
Il più famoso racconto di Flaiano prende in giro l’indifferenza dei romani: l’astronave proveniente da Marte atterra a Villa Borghese, tutti sono curiosi di vederla, ma dopo un po’ non importa più niente a nessuno. Al contrario, non finirà tanto presto la rivolta dei pescatori contro il sindaco che s’è dimenticato dei veri amici dello scrittore.