Caro Premier, mio Segretario. C’è una strage che ormai va avanti da tempo: lo sterminio dei posti di lavoro all’Aeroporto di Fiumicino. Negli anni all’interno del Leonardo da Vinci sono arrivati a sfidarsi ben 7 handler che a colpi di prezzi a ribasso hanno creato un mercato fuori da qualsiasi regola o normativa vigente nel comparto aeroportuale. Un gioco al massacro che ha via via dequalificato il lavoro e trasformato il precariato e il mancato rispetto della dignità in una regola.
Non voglio parlare delle scelte politiche fatte sulla “italianità” di Alitalia regalata poi a CAI e svenduta oggi ad Etihad. Ma porre l’attenzione su altro: è la politica, tutta la POLITICA che negli anni ha fatto scelte incomprensibili, facendo finta di non vedere, ad aver fallito.
Da dipendente aeroportuale voglio ricordare gli invisibili dell’indotto, di cui raramente si parla. Ricordare i colleghi di Alitalia, soprattutto chi quasi al termine del periodo di cassa integrazione o della mobilità si ritroverà fra poco di fronte a un precipizio senza sapere come superarlo. Ricordare i colleghi delle pulizie, dei catering, dei Duty Free, dei parcheggi, della sicurezza, dell’AMS, delle officine, dell’Argol e oggi della Groundcare. E chissà quanti ne dimentico. Per alcuni di loro già non c’è più futuro e per tanti altri il domani è incerto. Ricordare le tante promesse disattese, le ricollocazioni mai avvenute.
All’aeroporto di Fiumicino si perdono quotidianamente posti di lavoro e si mettono intere famiglie in ginocchio. È chiaro che ci sia un sistema che va cambiato radicalmente.
Noi amministratori locali abbiamo fatto qualsiasi cosa fosse in nostro potere, ma il problema non si risolve allungando di sei mesi o un anno la cassa integrazione straordinaria. Il problema è un altro: mantenere l’occupazione e tornare ad avere un aeroporto che sia il volano dell’economia di un’intera Regione e non un ‘bagno di sangue’ per le casse Regionali continuamente costrette ad erogare ammortizzatori sociali.
Noi chiediamo il lavoro perché i numeri dimostrano che il lavoro c’è e la possibilità di una buona occupazione anche. Ma evidentemente il sistema è marcio.
Come è possibile che ADR festeggi ogni giorno numeri da record e poi leggere di nuovi licenziamenti? Come è possibile far coincidere queste due facce della stessa medaglia così apertamente in antitesi? Come è possibile che chi controlla non si accorga delle denunce ormai non più troppo velate di lavoro non autorizzato all’interno dello scalo aeroportuale?
Caro Premier, mio Segretario ti chiedo: c’è la volontà, il coraggio di mettere “le mani” nella giungla dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino e riportare le regole e il rigore all’interno di quello che dovrebbe essere uno dei più importanti aeroporti intercontinentali d’Europa se non del Mondo?”
Michela Califano, Consigliere Pd Area Metropolitana di Roma Capitale, dirigente Partito Democratico della Provincia di Roma