“Diamo il benvenuto alla bambina iscritta nel registro dei cittadini di Fiumicino, ma nel farlo non possiamo esimerci dal fare alcune considerazioni. Non condividiamo assolutamente questa deriva che porta alle trascrizioni dei figli di coppie gay. Riteniamo che nessuno possa negare a un bambino il diritto di avere una figura paterna e una materna. Padre e Madre sono due parole che dovrebbero essere “naturalmente” sacre, e questa negazione del diritto fondamentale di un bambino è un atto di arroganza di chi vuole imporre il proprio pensiero anche contro i principi di conservazione della stessa specie umana. Riteniamo che ognuno abbia il diritto di vivere la propria vita e la propria sessualità come crede, ma ciò non vuol dir calpestare i diritti di chi non ha voce solo per soddisfare un’esigenza del tutto personale, nel migliore dei casi, o un capriccio nel peggiore. Quando si rivendicano dei diritti, in realtà, si sta affermando la tutela della parte più forte, quella che può parlare e può decidere, schiacciando invece le esigenze di chi non ha voce, calpestando i suoi diritti, che al contrario dovrebbero essere tutelati. Non vorremmo essere costretti a chiamare in causa la Procura della Repubblica per intervenire su atti illegittimi rispetto alle legge italiana; certe forzature politiche mettono fortemente a rischio i dirigenti che firmano gli atti, e anche questo rappresenta calpestare i diritti”.
Sen. William De Vecchis, consiglieri Stefano Costa e Vincenzo D’Intino