“Le polemiche di queste ore testimoniano che la nostra scelta era quella giusta. Avevamo proposto una candidatura fuori dagli schemi della politica da Prima Repubblica, limpida sotto il profilo giudiziario, figlia del territorio, che potesse guardare al bene della città senza essere distratta da vicende personali o storie politiche talmente lunghe per le quali diventa quasi inevitabile qualche inciampo che affonda nel passato. In queste ore abbiamo assistito ad una curiosa “gara” al ribasso tra chi è più o meno indagato e quali capi d’imputazione siano più o meno imbarazzanti.
Ciò che è davvero imbarazzante, a nostro parere, è che il tema della legalità passi solo attraverso diatribe personali o, in alternativa, per momenti ludico-culturali che ben poco lasciano alla concretezza.
Gli episodi di criminalità di cui Fiumicino è vittima ultimamente, dai furti nelle case alle piazze di spaccio, dalla razzia nelle auto fino al presunto omicidio, avrebbero meritato ben altri interventi.
Primo tra tutti l’impegno di spesa dell’Amministrazione che, invece di finanziare Luxuria, avrebbe potuto impiegare i soldi spesi per un simbolico risarcimento a colo che hanno denunciato formalmente furti, così da far sentire la vicinanza delle Istituzioni; oppure l’implementazione delle telecamere, attualmente utilizzate praticamente solo per la viabilità; l’accensione di quelle telecamere installate solo per finta; il budget per straordinari dei vigili urbani con l’obiettivo di pattugliare di più il territorio.
Ecco, questi sono e sarebbero stati atti concreti; le polemiche tra chi si deve mettere al collo la medaglia di “indagato dell’anno” davvero lasciano stupiti”.
Stefano Costa e Vincenzo D’Intino (Lega), Federica Poggio (Gruppo misto)