Sabato 26 novembre ore 18,00 presso la Biblioteca Gino Pallotta in Viale della Pineta 140, Fregene, Valeria Guidotti terrà il terzo e ultimo incontro del ciclo “Il bello della storia al cinema e in tv: 3 incontri sui film e le serie in costume”. Questa volta approfondirà alcuni temi particolarmente interessanti come sono le scene e i costumi negli sceneggiati e nei film di ambientazione storica; infine concluderà con un excursus sulle principali produzioni nazionali e internazionali. Gli incontri precedenti hanno riscosso un grande successo e il pubblico ha apprezzato la preparazione della Guidotti che è tra le più ferrate esperte in questo campo: è dotata inoltre di una dialettica, forbita, raffinata, e allo stesso tempo accessibile a tutti. Dopo aver assistito alle conferenze della Prof.ssa Guidotti è nato nel pubblico il desiderio di poter assistere ad una rassegna di film in costume possibilmente tratti da libri di grandi autori come Jane Austen, le sorelle Brontë, Oscar Wilde etc.. che rimangono i più affascinanti di ogni tempo. Al termine dell’incontro, prima della proiezione del film “L’importanza di chiamarsi Ernest”, ci sarà il consueto Buffet autogestito (se volete potete contribuire portando una bevanda o un piatto freddo).
L’importanza di chiamarsi Ernest (The Importance of Being Earnest) è un film del 2002 diretto da Oliver Parker, tratto dalla commedia satirica “L’importanza di chiamarsi Ernest” di Oscar Wilde. Oliver Parker è un grande esperto di trasposizione della letteratura inglese sul grande schermo: dopo “Otello” e “Un marito ideale” si è cimentato in un’altra delle opere di Oscar Wilde, “L’importanza di chiamarsi Ernesto” (titolo con il quale si perde tutto il gioco di parole originale tra il nome Ernesto ed il concetto di onesto). Per l’impresa ritroviamo il fido Rupert Everett, incarnazione ideale del dandy wildiano, insieme a Colin Firth perfetto gentleman, tra l’altro da non sottovalutare l’appeal che esercitano sull’universo femminile, affiancati da Frances O’Connor, anche lei attrice cara a Parker, e dall’eccellente Judi Dench. La trama è particolarmente fedele al libro di Wilde. Il film ha un’ottima partenza, all’insegna della brillantezza e delle battute taglienti. Il successo del film è dovuto essenzialmente dall’ottimo cast, Everett e Firth, di nuovo insieme dai tempi di “Another country”, danno vita ad un’alchimia perfetta, ma anche le figure di contorno contribuiscono all’affresco completo, come Anna Massey (Miss Prism) o l’ineffabile maggiordomo di Algy. Nel 1952, Anthony Asquith sceneggiò e diresse una versione della commedia di Wilde, L’importanza di chiamarsi Ernesto interpretata da Michael Redgrave, Joan Greenwood, Dorothy Tutin, Edith Evans e Margaret Rutherford.