Il Comune di Fiumicino è contrario al progetto denominato Hotspot. Lo dice un ordine del giorno votato ieri all’unanimità da maggioranza e opposizione in Consiglio Comunale.
Tutto questo, si legge nell’atto approvato in Aula, premesso che nel Comune di Fiumicino sono presenti due strutture di accoglienza per migranti adulti, ovvero il Centro CAS di via Bombonati con 60 migranti, finanziato dalla Prefettura, e Il Fontanile, che conta 21 richiedenti attualmente autorizzati, tenendo conto che il Comune di Fiumicino partecipa al progetto SPRAR (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) dal 2006, anno di costituzione del sistema, ma che già precedentemente, dal 2002, aderiva al PNA (Programma Nazionale Asilo).
L’Amministrazione, inoltre, è impegnata nell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, attraverso il Centro Petronio, che conta 10 posti e dove sono previsti ulteriori 4 posti aggiuntivi (sulla base delle emergenze), ma anche attraverso una rete di case famiglia con circa 100 minori l’anno, in considerazione del turn-over (moltissimi fuggono dalle case famiglie entro i primi i giorni) si può arrivare anche a 130 minori. Le strutture convenzionate sono circa 20 intra ed extra territorio comunale e regionale.
Nell’Odg approvato è stato ribadito che l’Amministrazione non è favorevole alla realizzazione del Centro di via Pesce Luna, come pure di altri centri simili denominati hotspot, disposti dalla Prefettura, e che tale area non è ritenuta adeguata anche per ovvi motivi di sicurezza in considerazione della prossimità all’Aeroporto e per motivi ambientali. A ciò va aggiunto il fatto che il territorio, per la sua tipologia sociale non può accogliere un numero così elevato e concentrato di migranti con una modalità di accoglienza in strutture mobili e che, alla luce dei nuovi indirizzi normativi della Prefettura in materia di accoglienza, gli Enti Locali e dunque il Comune di Fiumicino, non possono considerarsi più esonerati dall’attivazione di percorsi di accoglienza e che per la stessa sono previste delle quote obbligatorie di attribuzione parametrate sul numero degli abitanti.
L’ordine del giorno specifica anche che modalità di accoglienza devono avvenire nel rispetto delle peculiarità del territorio e nell’esercizio del dovuto controllo sociale e devono prevedere una concertazione tra la Prefettura e l’Ente locale, quantunque si tratti di bandi aperti e riservati al privato sociale.
2017-07-26