Il problema dell’erosione sta raggiungendo dimensioni tragiche a Fregene e sul litorale laziale. Il mare ha cancellato in pochi anni oltre 70 metri di spiaggia su 80 km dei 330 complessivi della costa laziale: sono spariti milioni di metri cubi di sabbia insieme a strutture, cabine, attività, posti di lavoro e memorie di tutti i romani nella totale inazione delle Regione del Presidente Zingaretti.
Mentre il mare distrugge, la Regione stanzia piccole cifre per opere inutili o addirittura dannose come i successivi ripascimenti senza alcuna difesa della costa che hanno fatto sì che la sabbia riportata sia sparita alla prima mareggiata; letteralmente “buttata a mare” insieme ai soldi inutilmente spesi. Paradossale l’ultimo lavoro: il rinforzo a Fregene della foce di un fiume che non c’è più in quanto la forza del mare aveva spostato la foce stessa da diversi mesi distruggendo le dune a protezione dell’Oasi naturale del WWF di Macchiagrande. I lavori stessi, secondo i balneari che hanno promosso un’azione legale nei confronti della Regione, oltre che inutili sarebbero dannosi in quanto causa principale del precipitarsi della situazione dei giorni scorsi.
Già durante la discussione della legge di stabilità regionale 2017 il Consigliere regionale FdI Fabrizio Santori aveva presentato in Consiglio regionale un ordine del giorno che impegnava la giunta Zingaretti ad accelerare il ricorso ai fondi europei per la tutela della costa laziale, attivando una mappatura delle aree maggiormente a rischio di erosione e un piano operativo di interventi. Il sottoscritto con Fabio Rampelli, capo-gruppo FdI alla Camera dei Deputati, avevamo chiesto conto degli impegni e degli interventi non realizzati per il grave problema nell’interrogazione parlamentare dell’aprile 2017, cui il Ministro dell’Ambiente Galletti aveva risposto rinviando gli interventi a difesa della costa alla Regione: un indegno rimpallarsi di responsabilità sulla pelle dei cittadini e degli operatori turistici.
Il geo-tubo richiesto dai balneari con progetto a loro spese sin dal 2013 e per il quale la Regione aveva stanziato due milioni per progetti esecutivi da attuarsi – a detta delle Regione – entro dicembre 2016 viene ora riproposto per una spesa complessiva di € 500.00 privo di alcun ulteriore progetto complessivo di tutela; una tipica promessa pre-elettorale espressa tramite un bando di gara che dovrebbe partire il prossimo 7 aprile. Diciamo a chiare lettere che il geo-tubo è rimedio limitato a soli 750 metri di spiaggia, tardivo e inadeguato alla tragica situazione attuale. Necessita urgentemente l’approvazione di un progetto strutturale complessivo di tutela della costa laziale o il prossimo inverno potrebbe avere conseguenze letali.
Una volta insediato il Parlamento e il Consiglio della Regione, chiederemo di utilizzare i milioni di euro dei progetti europei Coastgap e Medsandcoast che la Regione non ha sfruttato e che hanno consentito di affrontare il problema dell’erosione in altri Stati europei con cospicui finanziamenti da parte della Comunità europea e valuteremo una denuncia per disastro ambientale e omissione d’atti ufficio a carico di Zingaretti e della sua giunta.
Federico Mollicone – responsabile nazionale comunicazione Fratelli d’Italia