Se non è una mania poco ci manca. Tra Fregene e Maccarese sono stati aperti negli ultimi anni (e forse ce ne scordiamo qualcuno) ben 6 nuovi campi. Il paddle da un pezzo ha superato il tennis, se non come numero di campi almeno nella scelta degli impianti. L’ultimo arrivato in riva al mare è quello del Toni, un impianto (nella foto) di ultimissima generazione aperto a metà luglio.
Prima avevano aperto l’Arcobaleno, il Riviera, la Rambla, il Point Break e la Polisportiva. Un piccolo boom che ricorda quasi quello del calcetto di qualche decennio fa. Ma torniamo al paddle, sembra sia stato inventato addirittura nel lontano 1898 dall’americano Frank Beal, quindi sarebbe uno sport più antico di quanto comunemente si pensi, in ogni caso solo negli ultimi anni il paddle (o padel) si è diffuso in modo esponenziale nel nostro Paese.
Considerato da molti il “fratello minore del tennis”, il paddle è un gioco dinamico, divertente e soprattutto alla portata di tutti. Nonostante l’evidente similitudine con il tennis, in realtà il paddle ha proprietà e regole proprie: innanzitutto il perimetro è chiuso da pareti che costituiscono una sorta di prolungamento del campo (più piccolo rispetto a quello da tennis), poi si gioca obbligatoriamente in coppia e infine la piccola racchetta, che va legata al polso del giocatore, non è dotata di corde ma presenta una serie di buchi nella zona centrale. Il punteggio invece è lo stesso che viene applicato nel tennis e generalmente gli incontri si disputano al meglio dei tre set.
In Italia il punto di svolta è arrivato nel 2008 con il riconoscimento da parte del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e il suo inserimento nell’area di competenza della Federazione Italiana Tennis. Da allora il paddle si è diffuso ovunque, anche grazie anche all’attività di formazione di istruttori e maestri nazionali e, da sport quasi pionieristico, è diventato “istituzionalizzato”. Anche nel nostro territorio…