Pensavo di andartene così in silenzio senza lasciare nessuna traccia della tua vita? Adesso ti sistemo io! Da dove vogliamo cominciare? Sei nato il 4 aprile 1952 probabilmente in casa come accadeva all’epoca, al cantiere. Figlio di Floriano e Pierina, diciamo sei la seconda generazione dei fregenati ma dai tuoi racconti da giovane si potrebbe scrivere un libro su quello che accadeva a Fregene in quel periodo.

Giocavi dove adesso c’è il Pewex e la cosa più divertente che mi hai raccontato e quando prendevi la 500 del vecchio Meneghin insieme a Franco Fabiani ci giravate tutta la notte e dopo la parcheggiavate allo stesso punto senza che lui se ne accorgesse! O quando andavate a Villa dei Pini frequentata all’epoca da tutti vip e prendevate le mance che i clienti lasciavano.

Negli anni ‘70 tua madre prese lo stabilimento Cigno era una spiaggia libera all’epoca e tu sei stato uno dei primi bagnini di salvataggio di Fregene, per rendere l’idea nel 1970 il bagnino Salvatore faceva il bagno con i braccioli. Sei stato un pioniere anche in questo campo.

Dopo ti sei stancato del mare e hai cominciato a lavorare per una azienda Portavalori (ti avessi conosciuto all’epoca) ma dopo qualche hanno hai deciso che fare il benzinaio era il tuo sogno nel cassetto… Hai messo benzina a tutta Fregene lavandogli anche il vetro, insieme a tua moglie Bruna (una delle persone più belle che ho conosciuto nella mia vita).

E’ li che ci siamo conosciuti. eri aperto anche la notte con la miscela per i motorini. Ricordo quella notte che due ragazzini sono scappati senza pagare ma hanno avuto la sfortuna che passavamo io e Stefano Muscas e li abbiamo presi, tralascio quello che è successo. Da quel momento qualcosa ci ha legato e ha fatto sì che d’estate nella pausa venivi al Gabbiano a pranzo e dopo partita a carte.

A proposito delle carte, eri il più forte a briscola, non me ne volere dopo Amerigo e Augusto Massari. Il primo perché è bravo veramente il secondo perché ti ruba le carte! Scherzo. Quante partite al Miraggio con Mimmo Albano Augusto e Fabio Regione. Bei tempi. Tu che sei stato sempre generoso, il primo ad andare a pagare per tutti al bar e al ristorante, non hai avuto la stessa generosità dalla vita. È venuta a mancare tua moglie Bruna, persona splendida e dopo poco la malattia si è accanita anche contro di te.

Hai lottato come un leone, lo posso testimoniare io che ti sono stato vicino, senza mai lamentarti, l’hai gestita da solo fino a quando hai potuto con tutta la forza del tuo carattere. Adesso che sei in cielo cerca di aiutare tutte le persone che ti hanno voluto bene a cominciare dai tuoi figli Katia e Giuseppe, tutti i tuoi nipoti e tutti i tuoi amici hai quali mancherai tanto, a cominciare da me. Ti ho voluto bene e te ne vorrò per sempre.

Il tuo amico Stefano