Che succede a Ponte Ceci? La domanda risuona sempre più spesso tra i residenti, specie tra coloro che attraversano quotidianamente il ponte o che, transitando nei pressi, osservano con crescente perplessità lo “stato di avanzamento dei lavori”. Da settimane, infatti, tutto sembra immobile: nessun operaio in azione, nessun rumore di macchinari o segnale evidente che l’opera stia procedendo.
La spiegazione di questa pausa ce la da l’assessore ai Lavori pubblici, Giovanna Onorati, il rallentamento è legato ai necessari interventi da parte delle società dei sottoservizi, incaricate di spostare gli impianti presenti sotto l’infrastruttura. Interventi indispensabili per consentire la successiva ristrutturazione del ponte ma che hanno portato inevitabili ritardi nei tempi di marcia.
“Il problema – chiarisce il vicesindaco – è che le società coinvolte, come Acea, E-Distribuzione, Tim, Italgas, non possono lavorare contemporaneamente, ma devono procedere in modo sequenziale. Questo ha inevitabilmente allungato i tempi rispetto al cronoprogramma previsto inizialmente”.
Solo dopo si potrà procedere con l’asfalto del tracciato provvisorio, destinato a diventare la via di transito temporanea per i veicoli. Secondo le previsioni attuali, la nuova viabilità dovrebbe essere pronta e aperta al traffico entro fine gennaio. Il percorso alternativo garantirà il collegamento durante i lavori sul ponte principale, che verrà chiuso per lasciare spazio al cantiere definitivo.
Ma cosa riserverà il futuro a Ponte Ceci? La ristrutturazione prevede la realizzazione di un’infrastruttura moderna e funzionale: il nuovo ponte avrà una doppia corsia di marcia con due carreggiate larghe 3,50 metri ciascuna. Inoltre, sarà dotato di un marciapiede pedonale e di una pista ciclabile, pensati per garantire maggiore sicurezza e migliorare la fruibilità sia per i veicoli che per i cittadini.
“La situazione attuale richiede ancora un po’ di pazienza – assicura Giovanna Onorati – ma l’obiettivo finale è ambizioso e importante: restituire non solo una struttura solida e sicura, ma anche capace di rispondere alle esigenze di mobilità e sostenibilità del territorio”.