Ore 8.30, ufficio postale di Fregene. Sul marciapiede fa freddo, ma per fortuna è uscito il sole. Almeno una ventina le persone in fila, quasi tutte indossano la mascherina. Alcuni devono pagare conti correnti o fare altre operazioni, ma molti devono ritirare semplicemente contanti. Non possono farlo dallo sportello automatico perché è ancora fuori servizio.
Un calvario iniziato il 9 marzo e che oggi è arrivato al 17° giorno. Per molti pensionati non ci sono alternative, la pensione viene accreditata a molti sul libretto di risparmio che non è un bancomat, non si possono fare pagamenti ma solo ritirare al Postamat i soldi per fare la spesa. E ora che non funziona devono per forza entrare nell’ufficio e fare la fila. Una fila sempre più lunga perché l’ufficio postale di Maccarese è chiuso dal 12 marzo e quello di Fregene è aperto solo di lunedì, mercoledì e venerdì.
Un problema che, lo ripetiamo ancora, non riguarda la direzione locale o i dipendenti degli uffici che quotidianamente rinnovavano la segnalazione del guasto, ma il servizio di manutenzione, una convenzione nazionale della direzione generale.
“Uno scandalo – commentano i presidenti dei Centri anziani di Fregene e Maccarese, Roberto Bellani e Renzo Bello – ma come, Poste italiane sta facendo una campagna pubblicitaria nazionale in cui invita, per evitare possibilità di esposizione al contagio, a non entrare negli uffici e a fare operazione agli sportelli automatici e poi quello di Fregene non funziona da 17 giorni e quello di Maccarese va avanti a singhiozzo? Così in questi giorni drammatici si penalizzano proprio le persone più deboli ed esposte, gli anziani, costretti a uscire di casa e fare la fila. Una vergogna”.
“Sono qui dalle 8.30 – spiega Katiuscia che sarà la 15° della fila – sono venuta con mio suocero pensionato che è rimasto al riparo in auto sulla strada. La faccio io la coda, deve solo ritirare i soldi per pagare l’assicurazione. E avendo come tanti il libretto di risparmio postale deve per forza entrare nell’ufficio, visto che lo sportello non funziona”.
“Insieme alle associazioni locali abbiamo presentato una denuncia all’autorità giudiziaria per interruzione di pubblico servizio – spiega il consigliere comunale Fabio Zorzi – qualcuno alla fine pagherà per quello che sta accadendo”.