Gentile direttore, i progetti di educazione civico- ambientale rivolti alle nuove generazioni ,vedi per esempio quello recente" fra terra e acqua" o "l’ecoshool", che si propongono il nobile fine di sensibilizzare le giovani leve verso il rispetto e la cura dell’ambiente e del pianeta sono sicuramente positivi. Questo però potrebbe non bastare se d’altro canto le amministrazioni al governo e i gruppi di potere per esempio i Benetton non daranno un buon esempio e si mobiliteranno e si impegneranno fortemente con programmi sociali più incisivi volti a promuovere uno sviluppo eco- sostenibile che ci salvi dalle brutture edilizie , dalla progressiva cementificazione indiscriminata del nostro territorio, dallo scarso interesse verso la raccolta differenziata e dai progetti devastanti (peggioramento dell’inquinamento acustico e dell’aria per la realizzazione della terza pista dell’aeroporto) sui terreni della Maccarese spa. La salvaguardia ambientale e il benessere dei cittadini dovrebbe essere parte fondante dello sviluppo del territorio. Altrimenti di quale acqua, di quale terra, di quale aria parleranno le future generazioni?
La parola benessere purtroppo non per tutti ha lo stesso significato per alcuni infatti, mi riferisco ai gruppi di potere economico, coinciderebbe essenzialmente con la crescita più sfrenata dei propri affari senza tener conto della necessità degli abitanti di "vivere bene" nel proprio territorio con strutture e infrastrutture adeguate "a misura" di cittadino e di bambino, aria e mare puliti.
Mi sembra utile pertanto riflettere sul fatto che potrebbe essere in parte inefficace e addirittura in alcuni casi controproducente invitare da una parte i giovani a sviluppare comportamenti "ecologici" e assistere dall’altra parte alla scarsa cura dell’ambiente, distruzione di alberi, campi e di macchia mediterranea la cui protezione e cura sono in primis responsabilità di chi detiene il potere legislativo-esecutivo locale e in ogni caso degli "adulti".
Suonerebbe come una dissonanza, un nonsenso e si potrebbe sviluppare in alcuni giovani una percezione di scarsa utilità delle proprie azioni ecologiche e più in generale potrebbe segnare l’inizio di un distacco dal senso civico e dalle istituzioni politiche che "predicano bene e razzolano male".
Indirizzare i giovani alla raccolta differenziata per poi scoprire che ciò che loro hanno separato anche con fatica e impegno (umido, carta, plastica e vetro) viene rimesso insieme quando i rifiuti vengono portati in discarica potrebbe essere troppo da sopportare anche per i più volenterosi.
Chissà quando avremo l’onore di vedere il prototipo!
In compenso potrebbe essere costruito prima il termovalorizzatore, certo sarà dura farlo funzionare con una "raccolta differenziata" pari a 0, anzi, a volte se si fa un giro per Fregene, sembra che qui da noi non ci sia neppure la semplice raccolta dei "rifiuti generici ". Silvana Lovera