Vi voglio raccontare la giornata di un mio amico, vi voglio raccontare una giornata che se non ci fosse stata questa pandemia sarebbe stata sicuramente diversa e magari più piacevole.
Teoricamente tutti i giorni sono uguali, senza impegni programmati, senza sveglie e senza orari, il suo primo pensiero è alla famiglia, il secondo è visualizzare sul cellulare una chiamata persa, un messaggio whatsapp, il livello batteria. In questo periodo è importante rimanere collegati, distanti ma in contatto.
Arriva una chiamata, un numero nuovo, una voce nuova, memorizza mentalmente l’indirizzo da raggiungere poi sfoglia l’agenda della memoria, ma soprattutto cerca di tranquillizzare chi c’è dall’altra parte, persone impaurite, persone che non lo conoscono ma che si fidano.
Persone cariche di dignità che chiedono le cose per favore, persone rispettose e di altri tempi, quei tempi in cui ci si aiutava e questo a loro sembra strano, molto strano.
Ok parte, unici compagni di viaggio qualche foglio di carta che giustifica il suo girovagare, guanti e mascherine, la strada è quella che percorre da una vita, in questo periodo però è diversa, è una strada quasi deserta, percorrerla non lo fa sentire sereno e spensierato come un tempo ma è consapevole che quei giorni torneranno. Il pensiero corre lontano, alle persone che stanno combattendo su tutti i fronti questo nemico invisibile, a chi non dorme da giorni, a chi non vede la famiglia da giorni, ma soprattutto a chi purtroppo non è più tra noi.
L’ingresso del supermercato conferma i suoi pensieri, non che ce ne fosse bisogno. Persone in fila, persone che le disposizioni sanitarie hanno rese tutte uguali e quasi irriconoscibili, contraccambia il loro saluto sulla fiducia. Cerca di fare prima possibile, forse arriverà una nuova chiamata.
Ok si va, la casa è quella e la voce ascoltata al telefono poco prima questa volta ha un volto,
un volto segnato dal tempo e dalle esperienze. Le disposizioni non gli
permettono di avvicinarsi, bisogna stare distanti, e questa è la cosa più triste,
la consegna ed un saluto con la promessa di richiamarlo.
La strada del ritorno è meno pesante e l’idea
di aver fatto qualcosa di buono in questi giorni sospesi lo fa stare bene. Mi
ha detto di dirvi che ci si sente bene nell’aiutare.
Un volontario