Frequento La Ginestra da quando ero bambino. Siamo cresciuti insieme, ricordo Italo nella casetta all’ingresso, poi tutti i vari passaggi: il calcetto all’inizio, l’illuminazione dei campi, il ristorante, il bar, la palestra. Ma soprattutto le prime lezioni di tennis con Guido e Paolo. I tornei per noi diventati ragazzi, le prime coppe e medaglie. Da allora per me La Ginestra ha sempre rappresentato Fregene, più del mare. Venire in bicicletta a giocare nei campi davanti alla Pineta, è sempre stato un piacere assoluto, tutte le volte un’emozione legata a tanti ricordi, ma anche un presente molto piacevole di attività sportiva e forma fisica, sempre più importante con il passare degli anni.
Figuriamoci la sorpresa quest’anno quando siamo tornati a luglio nel trovare la “nostra” Ginestra chiusa. Non potevamo credere ai nostri occhi, il circolo chiuso? E noi come facciamo quest’estate, che veniamo con i figli a Fregene proprio per giocare su quei campi?
Ho diversi amici appassionati di tennis, tutti ci sentiamo orfani per questa gravissima perdita. Non conosco i motivi di questa chiusura improvvisa, né mi interessa conoscerli. Vorrei solo, attraverso Qui Fregene che ringrazio, lanciare il mio, o meglio il nostro accorato appello: La Ginestra è patrimonio di Fregene. Così come l’Unesco sceglie i suoi siti da tutelare e proteggere, mi rivolgo ai proprietari, eredi, chiunque essi siano, per far capire loro che non ci possono lasciare senza il circolo.
È una privazione troppo grande, una questione di interesse generale che supera l’aspetto privatistico e il codice civile. Quindi, per favore, riaprite La Ginestra, noi non possiamo stare senza!
Carlo Bernini