Secondo una leggenda di origine veneta la notte del 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate gli animali possono parlare. Durante questo evento i contadini si tengono lontani dalle stalle, perché udire le greggi parlare sarebbe di cattivo auspicio. Magari anche i braccianti veneti arrivati a Maccarese per la bonifica negli anni ’30 stavano alla larga dagli animali nella notte di Sant’Antonio Abate; e forse è proprio grazie a loro che il culto di questo santo si è diffuso e radicato nel nostro territorio.
Chi ha buona memoria ricorderà che nell’azienda agricola della Maccarese, ogni stalla aveva appesa alle pareti nella grande stanza all’ingresso una formella in ceramica con l’immagine del santo protettore degli animali domestici. In realtà Sant’Antonio Abate (un eremita egiziano da distinguersi da Sant’Antonio da Padova) è invocato in Occidente anche come patrono dei contadini e degli allevatori (ma anche dei macellai e dei salumieri) e, come tale, per molto tempo è stato venerato nella realtà agricola di Maccarese, con tanto di cerimonie e festeggiamenti solenni.
Da anni ormai questi riti si sono persi, ma il nuovo parroco di Maccarese San Giorgio ha pensato quest’anno di dare nuovo slancio alla devozione per Sant’Antonio Abate e ha convocato parrocchiani e animali per domenica 17 gennaio alle ore 15.00 sul piazzale della chiesa. L’occasione sarà quella di partecipare alla benedizione degli animali, del pane e del fuoco. A seguire Don Valerio ha voluto anche un momento di convivialità, chiedendo a chi parteciperà di portare qualcosa da mangiare e bere in compagnia, perché come sempre lui stesso sostiene “dopo la mistica ci vuole anche la mastica!”.
L’iniziativa è aperta a tutti e siccome Sant’Antonio è anche invocato contro ogni tipo di contagio, per scongiurare i mali di stagione che il freddo porterà con sé… tutti presenti domenica alle 15.00 a Maccarese per la benedizione.