Che fine ha fatto la sanificazione delle strade del nostro Comune? La domanda riaffiora quotidianamente da parte di molte persone che ricordano il doppio comunicato stampa fatto dal sindaco negli ultimi giorni.
Risposte ufficiali non sono ancora arrivate ma la questione si sarebbe complicata, in particolare dalle nuove disposizioni introdotte in materia dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che hanno cambiato il quadro normativo per tutto il territorio nazionale. Infatti il 18 marzo è stato pubblicato il suo parere vincolante sulla “Disinfezione degli ambienti esterni e utilizzo di disinfettanti su superfici stradali e pavimentazione urbana per la prevenzione della trasmissione dell’infezione da Covid-19.
Già la premessa del documento è tutto un programma: “L’Istituto Superiore di Sanità nel confermare l’opportunità di procedere alla ordinaria pulizia delle strade con saponi/detergenti convenzionali, assicurando tuttavia di evitare la produzione di polveri e aerosol, valuta “la disinfezione quale misura la cui utilità non è accertata, in quanto non esiste, allo stato, alcuna evidenza che le superfici calpestabili siano implicate nella trasmissione del CoViD-19. L’ISS inoltre ritiene importante sottolineare che esistono informazioni contrastanti circa l’utilizzo di ipoclorito di sodio e la sua capacità di distruggere il virus su superfici esterne (strade) e in aria. L’efficacia delle procedure di sanificazione per mezzo dell’ipoclorito di sodio su una matrice complessa come il pavimento stradale non è peraltro estrapolabile in alcun modo dalle prove di laboratorio condotte su superfici pulite”.
Ci sono poi le riserve sui danni ambientali che tale pratica potrebbe comportare: “diverse agenzie, tra le quali l’Arpa Piemonte, si sono già pronunciate negativamente in merito alla possibilità di procedere all’uso massivo ed indiscriminato dell’ipoclorito di sodio per la disinfezione delle strade, considerando questa pratica dannosa per l’ambiente se non opportunamente gestita. Nel richiamare che come noto, l’uso di ipoclorito di sodio, sostanza corrosiva per la pelle e dannosa per gli occhi, per la disinfezione delle strade è associabile ad un aumento di sostanze pericolose nell’ambiente con conseguente possibile esposizione della popolazione e degli animali, va sottolineato come tale utilizzo, qualora indiscriminato, sia in grado di nuocere alla qualità delle acque superficiali arrecando anche un danno alla vita negli ambienti acquatici, nonché alla qualità delle acque sotterranee qualora veicolato tramite acque di scolo non convogliate negli impianti di depurazione.
Nella parte finale il documento si rivolge direttamente alle autorità locali che intendono ricorrere alla sanificazione per la tutela della salute pubblica indicando le regole a cui attenersi. Più in generale l’utilizzo di ipoclorito di sodio “dovrebbe intendersi esclusivamente come integrativo e non sostitutivo delle modalità convenzionali di pulizia stradale e limitato a interventi straordinari”.
Nel dettaglio seguendo queste modalità:
-sistemi di aspersione devono operare in prossimità delle superfici minimizzando il trasporto a distanza di aerosol;
– è consigliabile che il servizio di pulizia sia effettuato con macchine spazzatrici e solo ove non possibile con dispositivi manuali a getto d’acqua a pressione ridotta e sospendendo in ogni caso l’utilizzo di soffiatoti meccanici;
– è preferibile avviare le operazioni di aspersione esclusivamente in aree urbane pavimentate che siano drenate in pubblica fognatura mista o dedicata alle sole acque meteoriche;
– l’applicazione delle soluzioni di ipoclorito di sodio deve avvenire bagnando le superfici ma evitando ruscellamenti che trasportino la sostanza in significative quantità nel sistema fognario con possibili ripercussioni sui sistemi biologici dei depuratori (in tutti i casi risulta necessario informare il gestore del Servizio Idrico Integrato, per consentire l’attivazione, dove possibile di misure di mitigazione);
– l’applicazione delle soluzioni di ipoclorito di sodio deve avvenire osservando adeguate distanze da fossi fossati, corsi e specchi d’acqua, preferendo per queste situazioni, ove possibile, metodi di nebulizzazione rispetto a quelli di lavaggio e comunque, in modo da evitare ruscellamenti di soluzione nelle acque superficiali che possano comportare effetti nocivi diretti e indiretti su fauna e flora che le abitano;
– va mantenuta un’adeguata distanza dalle colture in modo che queste non siano interessate da aerosol;
– va evitata l’applicazione sul suolo non impermeabilizzato (limitarsi a irrorare le superfici urbanizzate strade, piazze, marciapiedi);
– per ottimizzare l’azione dell’ipoclorito di sodio l’impiego dello stesso è opportuno avvenga nelle ore di minore insolazione (ore notturne);
– va evitata l’applicazione in caso di presenza di vento.
Insomma, il Comune sta cercando di dipanare la matassa, l’intenzione di sanificare in sicurezza c’è, almeno le aree sensibili, ma il ritardo è inevitabile considerata la nuova regolamentazione.