Mentre prosegue l’eccezionale periodo di siccità che sta caratterizzando quest’estate, cresce l’apprensione sulle condizioni di incuria in cui è ridotto il corso del fiume Arrone in previsione dell’arrivo delle precipitazioni.
E’ di qualche settimana fa il servizio televisivo su Canale 10 in cui Pietro Valentini, presidente Nuovo Comitato Cittadino Fregene 2.15, e i rappresentanti dei comitati cittadini di Maccarese e Maccarese Stazione hanno manifestato i loro timori “sulla pericolosità del fiume Arrone, con l’alveo occluso da canne, alberi e quant’altro, con tutti i rischi a cui sarebbe esposta la cittadinanza nell’eventualità di una piena”. Il recente allarme dei comitati cittadini in realtà è solo l’ultimo lanciato alle autorità. Risale a fine febbraio, infatti, l’appello firmato  dalla consulta comunale “Promozione e difesa dell’ecosistema”. “Quel fiume attraversa il territorio del comune di Fiumicino nella zona nord e sfocia a Fregene – spiegava la consulta – le sponde del fiume rientrano nella Riserva naturale statale “litorale romano” e la manutenzione degli argini è di competenza dell’ agenzia regionale per la difesa del suolo (Ardis). L’ultimo intervento di manutenzione degli argini risale al 2013 e in questi ultimi anni la vegetazione è cresciuta molto, nell’alveo sono presenti perfino alberi che in caso di pioggia intensa possono provocare grandi problemi di sicurezza idraulica. Abbiamo inviato una prima segnalazione all’amministrazione comunale di Fiumicino, una seconda al presidente della Regione Lazio, chiediamo un intervento urgente di manutenzione del fiume Arrone da effettuarsi salvaguardando lo svernamento, la nidificazione della fauna e delle specie acquatiche”.
Segnalazioni fino a ora cadute nel vuoto, come a vuoto è caduta quella inviata a tutte le autorità competenti da Pietro Leone, nell’ormai lontano novembre 2015,  quando le condizioni dell’Arrone si presentavano come nella foto a fondo pagina e nella quale si chiedeva “alle autorità in indirizzo di attivarsi, per quanto di loro competenza, per prendere provvedimenti urgenti onde evitare situazioni di pericolo a persone o cose, anche in previsione delle possibili emergenze meteo che i cambiamenti climatici hanno fatto diventare vere e proprie “bombe d’acqua”, con effetti tristemente noti anche in questo territorio”.

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