Linee guida condivise tra governo e regioni. Come scrive Il Sole 24 ore ieri sera si è trovato un accordo tra governo e regioni su linee guida comuni per tutti.
Intesa anche tra regioni e governo
«L’accordo tra Regioni e governo è stato raggiunto». Dal 18 maggio si potrà riaprire tutto. A dare l’annuncio, poco dopo le 21 di venedì 15 maggio, il governatore del Veneto, Luca Zaia. È stato accettato quindi dall’esecutivo il documento d’intesa approvato dalle Regioni dopo una iniziale spaccatura con il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che aveva chiesto linee guida uguali per tutti, da Nord a Sud e i presidenti leghisti del Veneto Luca Zaia e del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, ma anche i governatori dem dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, e della Puglia Michele Emiliano, che spingevano per andare ognuno per conto suo. Alla fine i presidenti hanno trovato un accordo su linee guida comuni per tutti per i settori commerciali: ristoranti, stabilimenti balneari (questi ultimi nel Lazio dovrebbero riaprire il 25 maggio fermo restando che come servizi di ristorazione dovrebbero riaprire come tutti il 18), alberghi, parrucchieri, estetisti, negozi al dettaglio, piscine, palestre, musei. Questo non significa che non ci potranno essere aggiustamenti nei singoli territori. Le singole Regioni potranno introdurre qualche restrizione in più, ma la cornice dei comportamenti da tenere sarà la stessa ovunque.
Il quadro normativo
Del resto in base al decreto approvato dal Dpcm tutte le attività
economiche, produttive e sociali «devono svolgersi nel rispetto dei contenuti
di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di
contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni
o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel rispetto dei
principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali». Restano in panchina dunque i le
prescrizioni Inail che tante critiche avevano sollevato da parte delle categorie
produttive e che molti governatori – con particolare
riferimento alla ristorazione e alla balneazione – avevano giudicato
inapplicabili. Nel mirino soprattutto i 4
metri quadrati previsti per i clienti di bar e ristoranti e i 5 metri di
distanza tra gli ombrelloni.
Nei ristoranti i tavoli dovranno essere «disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro di separazione tra i clienti»;ma tra familiari e congiunti la distanza potrà essere minore. Nelle spiagge il distanziamento sarà assicurato garantendo una superficie di almeno 10 metri quadrati per ogni ombrellone (in pratica circa 3-3,5 metri tra ombrelloni) e 1,5 metri tra i lettini.
Mentre tra lettini o sedie a sdraio deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 metri.I parrucchieri lavoreranno solo su prenotazione e dovranno assicurare un metro di separazione sia tra le singole postazioni di lavoro, sia tra i clienti. Per operatore e cliente c’è l’obbligo di indossare la mascherina. Per gli estetisti/e si aggiunge obbligo di visiera protettiva e mascherina FFP2 senza valvola. Ingressi contigentati nei mercati. Nei negozi i clienti «devono sempre indossare la mascherina, così come i lavoratori in tutte le occasioni di interazione con i clienti». Nelle palestre (che però dovrebbero riaprire il 25 maggio) va assicurato almeno 1 metro di distanza tra le persone mentre non svolgono attività fisica, almeno 2 metri durante l’attività fisica. E nelle piscine «la densità di affollamento in vasca calcolata con un indice di 7 mq di superficie di acqua a persona». Sono alcune delle indicazioni contenute nel documento “Linee di indirizzo per la riapertura delle Attività Economiche, Produttive e Ricreative” sul quale i governatori delle regioni hanno trovato un accordo dopo una complessa trattativa. Documento che ha avuto il via libera del governo.
In
spiaggia un metro e mezzo tra lettini e niente giochi di gruppo
Ma vediamo per singoli settori cosa prevedono le linee guida regionali. Vale un
metro di distanza tra le persone sulle spiagge, anche quelle libere dove «al
fine di assicurare il rispetto della distanza di sicurezza» e «gli interventi
di pulizia e disinfezione si suggerisce la presenza di un addetto alla
sorveglianza». Negli stabilimenti ogni ombrellone avrà a disposizione 10 metri
quadrati. In pratica circa 3-3,5 metri tra ombrelloni (prima era 4,5-5 metri).
Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate
nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 m.
Sdraio e lettini vanno disinfettati a ogni cambio persona. Stop ai giochi di
gruppo, per evitare assembramenti e contagi, ok a racchettoni, surf, nuoto e
windsurf, nel rispetto delle misure di distanziamento. Bisogna «privilegiare
l’accesso agli stabilimenti tramite prenotazione». Potrà essere rilevata la
temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore di
37,5 °C. La postazione dedicata alla cassa può essere dotata di barriere
fisiche (es. schermi); in alternativa il personale deve indossare la mascherina
e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. In ogni caso, bisogna
favorire modalità di pagamento elettroniche.
Nei ristoranti distanza 1 metro tra
clienti e stop ai buffet
Per quanto riguarda ristoranti, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie e
gelaterie «i tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano
il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro di separazione tra i
clienti». Tale distanza può essere ridotta «solo ricorrendo a barriere fisiche
tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet». Stop ai
buffet. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in
caso di temperatura maggiore di 37,5 °C. Negli esercizi che non dispongono di
posti a sedere bisogna consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti
per volta, «in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di
separazione tra i clienti». La consumazione al banco è consentita «solo se può
essere assicurata la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti».
Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la
mascherina. Per i menù bisogna «favorire la consultazione online sul proprio
cellulare, o predisporre menù in stampa plastificata, e quindi disinfettabile
dopo l’uso, oppure cartacei a perdere».
In hotel mascherina e percorsi
differenziati
Anche nelle strutture ricettive alberghiere potrà essere rilevata la
temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore di
37,5 °C. Va garantito il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno
un metro in tutte le aree comuni e va favorita la differenziazione dei percorsi
all’interno delle strutture, con particolare attenzione alle zone di ingresso e
uscita. Da privilegiare le modalità di pagamento elettroniche e la gestione
delle prenotazioni online, «con sistemi automatizzati di check-in e check-out
ove possibile». Ancora, nelle linee guida si prevede che «gli ospiti devono
sempre indossare la mascherina, mentre il personale dipendente è tenuto
all’utilizzo della mascherina sempre quando in presenza dei clienti e comunque
in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza
interpersonale di almeno un metro». Ogni oggetto fornito in uso dalla struttura
all’ospite «dovrà essere disinfettato prima e dopo di ogni utilizzo». Va
garantita «la frequente pulizia e disinfezione di tutti gli ambienti e locali,
con particolare attenzione alle aree comuni e alle superfici toccate con
maggiore frequenza (corrimano, interruttori della luce, pulsanti degli
ascensori, maniglie di porte e finestre, ecc.)». In particolare per l’aria
condizionata servirà frequente manutenzione e sostituzione dei filtri.