Le operazioni necessarie per la buona tenuta e funzionamento delle fosse biologiche avviene con lo spurgo, eseguite solo da ditte certificate. Possedendo una fossa biologica si è a conoscenza che la fognatura è privata, con una capienza della vasca che non si può superare.

Attualmente questa è la soluzione più usata da molte abitazioni o complessi residenziali che sono lontani dalla fognatura civile. Le abitazioni in campagna, in montagna o collina, che sono lontane dal centro, hanno delle fosse biologiche e/o dei pozzi neri. In questo modo si tutela l’ambiente con la gestione persone delle acque sporche, nere o grigie che sono prodotte nell’abitazione.

Quando si effettua lo spurgo si recuperano queste acque che sono poi trasportate in stabilimenti adibiti al loro incenerimento. Dunque il cittadino non è tenuto a fare manutenzione o spurgo da privato, anche perché sarebbe impossibile, ma è necessario che si rivolga ad una ditta specializzata.

Lo spurgo non è l’unica operazione da fare perché le fosse biologiche, che sono vasche chiuse, si danneggiano. Inoltre le acque sporche che vi ricadono creano sporcizie molto particolari, contaminate e pericolose per l’organismo umano e per l’ambiente.

RIMOZIONE SCHIUME E RESIDUI

Cosa fanno le ditte di Spurgo fosse biologiche? Trattandosi di un impianto fognario a tutti gli effetti ci saranno, al suo interno, tutte le acque provenienti dagli scarichi superiori, cioè quelle delle abitazioni o locali. Lo spurgo può avvenire in modo semplice quando è periodico, tipo ogni anno o ogni 6 mesi. Questo impedisce che si creino delle gravi incrostazioni o ricaduta di fanghi. Solo che non è conveniente fare tali interventi se le fosse biologiche non sono piene.

Una ditta deve assicurare la rimozione delle schiume e di tutti i residui interni, persino quelli più incrostati o vecchi. Le schiume si creano a causa della fermentazione o decomposizione degli elementi organici interni. Essi sono dei gas interni, ricchi di batteri, che creano la schiuma che rimane nella parte superiore della fossa biologica, dove c’è più aria. Occorre rimuoverle interamente nello spurgo poiché esse sono, a tutti gli effetti, gas di fermentazione. Dunque potrebbero ridurre l’aria nella fossa biologica e limitare il riempimento seguente.

I residui invece vengono trattati con operazioni di “degrassazione” che è un trattamento per iniziare la disincrostazione. In seguito c’è un primo spurgo, controllo della situazione interna nella fossa biologica e un secondo trattamento disincrostante con vapore acqueo o idropulitrice, solo se necessario. A questo punto c’è la rimozione finale dei residui interni.

Controllo serbatoio interrato

In seguito allo spurgo la fossa biologica si presenterà del tutto vuota ed è possibile fare un controllo del serbatoio interrato. Tale controllo è necessario negli anni perché ci potrebbero essere dei danni e spaccature che provocano la fuoriuscita delle acque sporche. La fossa biologica potrebbe essere sottoposta a dei movimenti sismici, magari impercettibili, ma che hanno compromesso la sua forma. Oppure i gas interni hanno provocato delle lesioni che diventano spaccature vere e proprie. Controllando lo stato interno si potrà intervenire con una manutenzione completa, riparazione oppure sostituzione del serbatoio facendolo tornare funzionante.