La presenza storica a Fregene della Stazione dei Carabinieri, ma anche quella della Polizia in via Bagnoli e persino della Guardia di Finanza in via Follonica…
Oggi abbiamo questo, e non è poco. Infatti la Stazione dei Carabinieri di Fregene è l’ultimo punto di riferimento rimasto per la tutela del cittadino e dove la nota vocazione di vicinanza della Benemerita trova la sua espressione più concreta e quotidiana. Negli anni ’40 la caserma si trovava al Cantiere in via Cervia, al primo piano dell’edificio tuttora esistente che durante il periodo bellico i militi condividevano con i soldati tedeschi di stanza nella zona, comandata dal brigadiere Barolat, tra i protagonisti del “giallo di Fregene” e dal maresciallo Pasquale Lecce, che da pensionato resse la presidenza del “Comitato Cittadino per la Valorizzazione di Fregene”.
Dopo la guerra al piano terra coabitarono con la mitica edicola-merceria di Adalgisa Gasparotto, oggi ‘Mille Cose’ e Memo Milani, ‘Il Barbiere di Fregene’, che successivamente ebbe tra i suoi clienti Fellini, Flaiano, Sernas, Volontè, Mario Riva e tanti altri. Poi per qualche anno il trasferimento dei ‘nostri’ nelle adiacenze del Castello di Maccarese. Gli anni ’70 vedono il ritorno dei ‘caramba’ in viale Castellammare al numero 73 attualmente occupato da uno studio veterinario. A quel tempo il rapimento di Aldo Moro coinvolse tutte le forze di Polizia, anche quelle armate, e ovviamente la popolazione, tanto che per andare a Roma sulla via Aurelia sottoponevano chiunque a una attenta e scrupolosa perquisizione. La tensione che si viveva tra la gente fece ‘vedere’ a qualcuno la tristemente famosa Renualt rossa per le strade della località. Questo è bastato perché Ferdinando Imposimato, famoso giudice istruttore incaricato, piombasse con tutti i suoi collaboratori nella sede sopraccitata per le indagini del caso. Giorni di grande agitazione cittadina. Purtroppo tutti sappiamo come sono andate le cose e quello forse più che un avvistamento si è rivelato un abbaglio. Comunque gli ambienti della caserma si palesarono presto piuttosto inadeguati per le mutate esigenze dell’attività di controllo territoriale e così i Carabinieri si spostarono nell’attuale postazione che si spera duri nel tempo.
Si potrebbe stentare a credere ma un volta la località vantava la presenza di tutte le forze dell’ordine italiane. La Polizia di Stato, per decenni in via Bagnoli, poteva contare su un nutrito organico che permise al corpo di fare anche una discreta attività di prevenzione e sfociata in gesta investigative che ancora oggi si ricordano. Pensiamo al maresciallo Baldino e all’ispettore Di Domenico e agli agenti più o meno graduati Camarca, Arcudi, Porcelli, Ruta, Longo e altri ancora che riuscirono a stabilire con gli abitanti un rapporto anche amichevole e cordiale.
In un cottage, tipico di quel periodo, in via Follonica, dimorava il presidio della Guardia di Finanza guidato dal brigadiere Giuseppe Ciccone. La permanenza durò un decennio ma sufficiente per far stabilire a Fregene un primato forse oggi invidiabile.
di Tizio Pratibelli