“Personale allo stremo e a ranghi ridotti impiegati anche a funzioni di ordine pubblico, forniture abbondanti ma difficoltà a metterle sugli scaffali, mascherine inesistenti, un esercito di persone che a rischio della loro salute garantiscono le necessità primarie di migliaia di concittadini”
Buongiorno signor Sindaco,
Le scrivo queste righe in un momento certamente difficile per tutti e sicuramente per Lei in particolare ma non posso esimermi dalla responsabilità che mi spetta in qualità di imprenditore locale nei confronti dei miei collaboratori e della popolazione che si reca presso i miei supermercati. Voglio evidenziarLe le difficoltà che stiamo vivendo in questo periodo malgrado qualcuno probabilmente ci ritenga fortunati e magari anche qualcosa di peggio nel poter sfruttare questa triste situazione.
Il mio attuale sentimento si traduce in una forte sensazione di abbandono! In questo momento siamo alla stregua di tutte quelle istituzioni e servizi, perché tali siamo divenuti, che combattono in prima linea questa pandemia ma nessuno si è sognato di chiedere se fossimo in grado di affrontare questa nuova realtà.
Ciò di cui sento la necessità è la vicinanza delle istituzioni non solo per verificare che stiamo rispettando le nuove regole, a volte interpretate in maniera diversa da parte degli organi preposti, ma soprattutto di collaborare attivamente presso i nostri esercizi con la presenza di figure che ci tolgano almeno l’onere della gestione dei flussi di clientela all’esterno del supermercato.
A volte siamo costretti a svolgere vere e proprie attività di ordine pubblico, poiché qualche insofferente purtroppo c’è, e i miei collaboratori, sicuramente non avvezzi a questi compiti, hanno serie difficoltà nel gestire queste situazioni. Ho saputo che in alcuni comuni limitrofi figure appartenenti al volontariato svolgono queste funzioni perché non anche da noi?
In queste ultime tre settimane si sono succedute situazioni di lavoro altalenanti derivanti dalla mole di informazioni, a volte contrastanti, ricevute dagli organi di informazione ed abbiamo cominciato a percepire lo stress causato alla popolazione dei cui comportamenti siamo oggi responsabili presso le nostre attività. A questo impegno abbiamo quindi dovuto rivolgere risorse.
Ma dal 10-11 marzo è però precipitata la situazione. All’interno delle nostre aziende si sono moltiplicati i casi di malattia, ritengo dovute principalmente a timori ed ansie, e abbiamo diverse risorse assenti non per brevi periodi. Alcune mamme hanno richiesto di assentarsi per assistere i propri figli e non mi sento di crocifiggerle. Il risultato è stato che i reduci, che responsabilmente si sono messi a disposizione, stanno svolgendo turni supplementari esponendosi così a maggiori rischi per la loro salute.
Al momento non abbiamo problemi di forniture da parte della nostra piattaforma ma, malgrado alcuni temporanei rimpiazzi nell’organico, troviamo difficoltà nel proporle al pubblico, e di trattenere ulteriormente il personale non me la sento proprio. Il risultato? La percezione da parte del pubblico che non ci sia disponibilità di beni primari.
Non riusciamo inoltre a reperire le mascherine che la Regione giustamente ci obbliga ad indossare in alcuni reparti. Per quest’ultima causa si stanno creando malumori fra i nostri collaboratori, con il rischio di nuove assenze, e sta crescendo in me il timore di potermi sentire corresponsabile nel caso di qualche malaugurata sciagura.
In definitiva ci troviamo a dividere gli spazi di lavoro con centinaia di persone al giorno, condizione che, in questa situazione, ritengo sia un nostro esclusivo privilegio… Stiamo cercando per questo di inserire, sempre in autonomia, supplementari misure di sicurezza all’interno dei punti vendita non senza difficoltà perché molte aziende sono chiuse ed oltretutto potremmo avere problemi di circolazione nell’adoprarci in queste attività.
Per dare un po’ di sollievo ai collaboratori abbiamo deciso di rimanere chiusi domenica pomeriggio 15 e 22 marzo, e quando termineremo le mascherine dovrò decretare la chiusura totale fino al ricevimento di altre? Il nostro gruppo insiste sul territorio con tre medie strutture di vendita. E se anche altri si trovano nelle nostre condizioni cosa raccontiamo ai nostri concittadini? “Oggi niente pane. Forse domani?”.
L’opera che stiamo svolgendo la ritengo importante quanto quella dei sanitari, delle forze dell’ordine e di tutti coloro mai menzionati che in silenzio accudiscono alle necessità primarie di milioni di nostri concittadini e non voglio pensare che noi possiamo essere più facilmente sostituibili perché svolgiamo un ruolo sociale meno qualificato. La ringrazio anticipatamente per la sua attenzione. Distinti Saluti
Daniele Ferrari