I tatuaggi sono diffusi ed è raro che ci siano persone che non li abbiano. Alcuni se li fanno per moda, tant’è che c’è chi se ne pente e decide di farlo togliere. Altri lo adottano come stile di vita, magari raccontando parte della loro vita oppure per avere un ricordo importante che sia presente sulla propria pelle. C’è chi poi decide di diventare una tela vivente e questo vuol dire avere tanti piccoli tatuaggi.

Qui non parliamo di un disegno, ma di stili da adottare. La tipologia vintage è intramontabile, ma viene richiesta solo da soggetti che amano diventare un “personaggio” di un’epoca passata. Come dimenticare o non apprezzare le pin up, le donnine nude o seducenti, dalle curve eccessive, che rappresentano lo stile sailor.

Tuttavia i più diffusi sono quelli maori. Però cosa vuol dire questo stile di tatuaggio? Cosa significa? Perché tanti utenti lo richiedono?

STORIA DEL MAORI

Lo stile maori nasce in Polinesia ed è un tatuaggio tribale, cioè appartenente a delle tribù o indigeni della zona. L’appartenenza ad un gruppo è qualcosa di atavico nel DNA umano. Tutti nasciamo in un luogo e ci sentiamo parte di quel luogo. Coltiviamo tradizioni e cerchiamo di non dimenticare mai le nostre radici.

In Polinesia, proprio per riuscire a classificarsi ad un gruppo o tribù, era normale che venisse eseguito un tatuaggio. Tuttavia esso rappresentava anche un rituale di passaggio. Per essere ben evidente e indelebile, il tatuaggio viene eseguito con dell’inchiostro che viene poi inserito sotto la pelle. Pratica che, anticamente, era dolorosa poiché si eseguiva con delle punte metalliche sottili, calore per sterilizzare il metallo e inchiostro non trattato. Le lame o gli spilli dovevano arrivare in profondità e il tatuaggio spesso diventava una cicatrice. Quindi era un rituale che determinava che il soggetto da bambino passava a uomo adulto.

Ogni tatuaggio maori aveva poi un significato specifico e veniva eseguito su alcune parti del corpo in base a meriti speciali. In realtà esso poteva rappresentare persino un segno o etichetta di vergogna.

Al giorno d’oggi si è perso molto del significato originale e addirittura alcuni disegni, circa il 78% non sono nemmeno maori perché sono solo segni, triangoli e disegni che richiamano quello stile, ma che non significano nulla.

Prima di fare tale tatuaggio sarebbe meglio studiarlo un pochino e non affidarsi solo a quello che vi sembra bello.

Cosa significa il tatuaggio maori?

I Tatuaggi Maori sono di due tipi. Il Moko è il tipico simbolo di chi appartiene ad una tribù e si diversifica per alcuni simboli o segnetti. Era eseguito solo su soggetti che erano guerrieri che si erano diversificati dagli altri durante le battaglie. C’è poi il Kirituhi che era un disegno che tutti potevano fare, sia coloro che appartenevano ad una tribù oppure che lasciavano la tribù originale da quella finale.

C’è poi una grande importanza per quanto riguarda la posizione dove veniva eseguito il tatuaggio. Sul braccio indica forza mentale, usata dai grandi oratori. Il volto indica conoscenza e saggezza. Mentre su gambe oppure corpo, sono il simbolo del coraggio. Le mani e i polsi portano ad essere soggetti che sono abili nell’agire, alle volte erano anche coloro usati dai ladri e truffatori.